di Valentina Lanfranchi
“Professore, è vero tutto questo? O sta succedendo dentro la mia testa?” ” Certo che sta succedendo nella tua testa, Harry.
Ma perchè mai dovrebbe voler dire che non è vero ? “ (Harry Potter e i Doni della Morte)
Prefazione …
Da bambina abitavo al mare e facevo lunghe passeggiate sulla spiaggia: una spiaggia fatta di sassi grandi e piccini, su cui camminare risultava poco agevole, ma dove si potevano trovare immensi tesori ad ogni passo. E così, ogni giorno tornavo a casa con le tasche piene: pietre focaie che facevano le scintille, pietre lattee che brillavano al sole, pietre verdi, pietre grigie con delle righe bianche sottilissime, che tracciavano sulla superficie disegni astratti, come geroglifici spaziali.
Ora immaginate il quadro: una bambina, che cammina in riva a un mare di tutti i colori delle stagioni, mano nella mano con il suo papà, entrambi accompagnati dallo sciabordio delle onde, dal fischiare del vento e dalle grida dei gabbiani; all’orizzonte il luccichio del sole, le strisce di pioggia o, in alcuni casi, un arcobaleno che termina tra due trombe marine in lontananza. State immaginando? Perché se lo state facendo bene, non ho bisogno di spiegarvi il motivo per cui il mondo minerale rappresenta per me, da sempre, l’ospite dei miei ricordi più luminosi e delle emozioni più intense, il custode della mia Bambina interiore, il guscio della mia Anima e la soglia verso la mia Essenza.
In questa cornice, capitò anche che, intorno ai sette anni, un simpatico signore – che decenni dopo ho scoperto essere uno dei più grandi importatori italiani – mi regalò un cofanetto di pietre dure che, va da sé, io accolsi come un dono inestimabile, col quale trascorrevo le mie serate: prima di andare a dormire le tiravo tutte fuori, le guardavo e le mettevo sul comodino in fila o in riga, oppure creavo disegni ogni volta diversi, a seconda dell’intuizione del momento. Dopodiché dormivo profondamente o mi beavo dei sogni più meravigliosi. Quando la mattina mi svegliavo, prima di alzarmi guardavo il comodino e decidevo se lasciare le pietre in quella posizione o cambiarle e, così, affrontavo la giornata carichisssima. Se mi capitava di aver un qualche malanno, sceglievo alcune pietre e le mettevo sotto il cuscino, altre le tenevo in mano tutta la notte e, quelle che restavano, le disponevo come sempre sul comodino.
… mi sento meglio sul serio o è solo una sensazione ?
Era, a tutti gli effetti, un vero rituale quotidiano: un rituale che mi faceva stare bene. E questo mio stare bene non l’ho mai cercato di spiegare, indagare, razionalizzare, cioè non mi sono chiesta “ma sono queste pietre, che mi rasserenano? E quando sto poco bene e decido di dormirci insieme, è perché mi confortano, accelerano il mio processo di guarigione, agevolano il mio riposo? Ma se le maneggio tutti i giorni e poi sento meglio, mi sento meglio sul serio o è solo una sensazione? Infine, tutto quello che mi accade ha un fondamento scientifico o è un qualcosa mistico?”. Non mi ponevo questi quesiti per la mia giovane età, dite voi? Sicuramente sì. A patto che quest’affermazione non implichi un giudizio negativo.
Sì, perché in questo i bimbi hanno una saggezza enorme, un’intelligenza pura e un ascolto sincero del proprio corpo, per i quali se ho fame mangio, indipendentemente dall’ora. Se ho caldo mi scopro, fregandomene del calendario, e se una cosa mi fa stare bene la faccio, senza stare a recriminare sul perché e percome. Crescendo, i condizionamenti esterni creano un distacco dal sentire personale e alimentano un ingiustificato predominio della dimensione mentale e qui ecco che arriviamo noi, i “grandi”: che ci ritroviamo a mangiare solo perché sono le 13, ma non abbiamo davvero fame, che usciamo col piumino – ecologico, mi raccomando, ché le piume stanno bene sugli uccelli-, perché è dicembre, anche se fuori ci sono 20 gradi, e che ci lambicchiamo il cervello chiedendoci “ma questa cosa funziona davvero o sono io, che mi sto facendo condizionare?”.
Benefici …
Che vuol dire che io sento che il mio corpo e la mia dimensione emotiva stanno provando un giovamento. Ma al tempo stesso un altro io, dal mio piano mentale, me ne infischio di come mi sento e vado a tormentarmi ; cercando all’esterno basi “oggettive” che giustifichino – attraverso riscontri collettivi, frutto di medie e statistiche. Le mie risposte, che invece sono interiori e squisitamente soggettive, ma comunque reali, per ogni mia singola molecola.
Non so se abbiate idea di quante volte io mi senta fare domande, nate da questa brama di trovare riscontri “certificati” a sensazioni personali : “Tara, ma è possibile ch’io senta freddo?”, “È possibile che mi sia venuta nausea, Tara?”, o ancora “Ma Tara, a me sembra di sentire un formicolio, è possibile?”. Decisamente alienante, non trovate? O quantomeno innaturale, cercare all’esterno la conferma di quello che sto sentendo con il mio corpo: se lo sento non è solo “possibile”, ma è, punto e basta, sta già accadendo e il fatto che stia accadendo a me e non ad altri non lo rende meno vero per me:
“Professore, è vero tutto questo? O sta succedendo dentro la mia testa?” “Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry. Ma perché mai dovrebbe voler dire che non è vero?” Non so voi, ma io adoro Harry Potter.
Per riassumere, se volete una risposta che sia vera alla domanda espressa nel titolo di questo articolo, il modo migliore per trovarla è esperire personalmente gli effetti a breve, medio e lungo termine dell’interazione uomo-cristallo e accettare quello che vi arriva di rimando, quello che percepite, ciascuno per sé; solo così potrete poi confrontarvi e, se ancora lo riterrete opportuno, confortarvi con le reciproche scoperte.
E = mc2
Ma niente, vedo che alcuni di voi ancora storcono il naso: la mente non è stata sfamata, la razionalità non ha avuto il suo pasto. E allora d’accordo, andiamo col pippone scientifico: E = mc2
Ve la ricordate? L’energia equivale alla massa per il quadrato della velocità della luce, ossia l’energia è massa – ovvero energia a sé stante-, che si muove velocissima e si converte costantemente in massa. E via così. In soldoni: non esiste nulla che non sia energia.
Ecco, questa premessa è il punto di partenza fondamentale per qualunque disciplina che basi il proprio lavoro sul concetto, appunto, di energia: come tutto il resto, anche i nostri corpi sono energia e, dunque, sono settati su alcune frequenze. Perché parliamo di frequenze? Perché l’energia si misura scientificamente in onde, frequenze vibrazionali; già dato per assodato che tutto sia energia, allora tutto ha una sua vibrazione: alcune frequenze si accordano con altre, altre sono dissonanti e altre ancora non si riconoscono neppure tra loro.
Facciamo l’esempio dei colori e dei suoni. Suoni e colori arrivano come onde, che noi captiamo o meno a seconda di come sono settati i nostri strumenti di misurazione, nello specifico occhi e orecchie: se sono soggetto a una qualche forma di anomalia nella percezione dei colori, ma ancora più in generale se sono semplicemente un essere umano, ci sono frequenze di colore (infrarossi e ultravioletti) che non vedrò, ma che esistono; similmente, se sono umano non sentirò suoni come gli ultrasuoni, che per contro un cane sente.
Messo questo primo tassello, vediamo anche una prima definizione: cos’è un “cristallo”?
Cos’è un cristallo ?
I cristalli sono dei minerali, che presentano una determinata caratteristica geometrica misurabile interna alla struttura – fatto salvo per alcuni detti “amorfi”-, che conferisce loro uno specifica base vibrazionale.
A questo punto, cos’è la Cristalloterapia?
La cristalloterapia è una disciplina olistica di riequilibrio, rilascio e riallineamento psico-fisico-emotivo, che si avvale dell’interazione tra le informazioni chimico-energetiche dei cristalli e le informazioni chimico-energetiche della persona, elementi che si traducono in vibrazioni e frequenze, che entrano tra loro in relazioni di risonanza o dissonanza.
Un singolo cristallo (ap)porta una frequenza che dipende da molteplici fattori:
- l’origine del cristallo (ignea, idrica, terziaria e dunque di fuoco, acqua o sedimentaria);
- la struttura interna (la geometria specifica di quel tipo di pietra: oltre alle nozioni della cosiddetta “Geometria Sacra”, banalmente il numero di angoli presenti definisce la forma e, dunque, la frequenza);
- Il colore (abbiamo già visto come ad ogni colore corrispondano precise frequenze);
- La struttura chimica (gli elementi chimici da cui è composta, che impattano ognuno in modo diverso dall’altro sul nostro corpo: il magnesio, il potassio, il calcio, il ferro, agiscono su vari aspetti dei nostri corpi fisici);
- La forma esterna (plasmata artificialmente o naturale che sia).
Ciascuno di questi fattori sopracitati interviene su una parte del nostro corpo, sollecitando la nostra energia di cui quella parte risuona attraverso le sue vibrazioni e, grazie a questo scambio, non solo l’energia di quella parte, ma anche quella delle aree circostanti viene smossa, creando un effetto domino che interviene anche sulle dimensioni emotiva e psicologica. E questo è quanto.
Concedetemi però ancora un ultimo approfondimento, giusto per concludere, e affrontiamo la questione anche dal punto di vista linguistico.
… dal dizionario Treccani online :
misticismo s. m. [der. di mistico1]. – 1. a. Esperienza che impegna la vita interiore dell’uomo di fronte a una realtà misteriosa, assoluta, altra da sé, alla quale il soggetto tende al di fuori dei normali processi conoscitivi; più in generale, riferito anche a orientamenti filosofici che pongono, al di sopra degli strumenti razionali, forme di conoscenza intuitive, come capaci di cogliere realtà più alte e assolute rispetto a quelle che sono oggetto della conoscenza logico-discorsiva. b. La pratica di vita (fatta di meditazione, contemplazione, ascesi) con cui si cerca di preparare tale esperienza.
scienza s. f. —Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.
In particolare, la s. moderna rappresenta l’insieme delle conoscenze quale si è configurato nella sua struttura gerarchica, nei suoi aspetti istituzionali e organizzativi, a partire dalla rivoluzione scientifica del 17° secolo. Fu concepita inizialmente (principalmente con G. Galilei) come concezione del sapere alternativa alle conoscenze e alle dottrine tradizionali (relative al modello aristotelico-tolemaico), in quanto sintesi di esperienza e ragione, acquisizione di conoscenze verificabili e da discutere pubblicamente (e quindi libera da ogni principio di autorità).
A fronte di quanto detto finora, sia nella parte più leggera, che nel pippone, porto la vostra attenzione su alcuni ultimi dettagli. Se guardate con attenzione le parti che ho evidenziato in neretto, noterete come alcune osservazioni nascano spontanee:
Osservazioni spontanee
La definizione di “misticismo” prevede che si parli di “esperienza (…) altra da sé”, cosa assolutamente ossimorica, perché come si fa a fare esperienza (conoscenza diretta, per definizione) di qualcosa che è altro da noi? Inoltre, si parla di “processi conoscitivi” al di fuori del normale (ma quali siano i processi conoscitivi “normali” non ci è dato saperlo) e di “conoscenze intuitive”: intuitive, sì, ma sempre conoscenze.
Nella parte relativa alla definizione di “scienza”, vediamo come questa altro non sia se non un metodo, basato su “l’osservazione, l’esperienza”, che è esattamente quanto già ho scritto di auspicarmi per voi: che esperiate e osserviate, al fine di raggiungere una verità sentita e “libera da ogni principio di autorità”. Non è forse immensamente potente, poter dire “io so che è così, perché l’ho sperimentato sulla mia pelle?”. Queste, in fondo, sono le uniche certezze che abbiamo.
E adesso, “al mio tre scatenate l’inferno”, “ai posteri l’ardua sentenza”, “chi vuol esser lieto sia” e vado a togliermi l’acquamarina dalla gola, altrimenti non la finisco più di scrivere.
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